
per un anno rispettoso dei tempi di crescita di ogni tenera vita!
Uno dei laboratori che si svolgeranno a Genova durante il Convegno della Società italiana delle Letterate è dedicato alle Personagge in scena. Non un elenco dei ruoli femminili che il teatro dedica alle donne e nemmeno attrici per la scena. Credo che le personagge si trovino in ognuna di noi. Sono il nostro incedere, le nostre voci, i nostri gesti piccoli e quotidiani. Quando parliamo di Personagge il nostro pensiero vola subito alto a grandi miti e grandi nomi. Personagge che abbiamo studiato, che ci hanno fatto studiare. Ma nel teatro che io amo le personagge sono piccole e a volte banali, sono donne comuni, che lottano ogni giorno, donne che incontriamo per la strada e alle quali spesso non rivolgiamo la parola. Perché voce non hanno. E’ a queste personagge che dedico il laboratorio, alle donne senza voce e a volte senza corpo, donne reali. Fatte di carne, sudore, umori, donne affaticate, donne che ridono, donne che piangono, bionde e more, donne con mille contraddizioni, donne senza etichette, senza "dott." o "prof." d’avanti al loro nome.
Ecco qualcuno chiama tutto questo "spazio infrabanale”.
Per me è entrare prepotentemente nella vita e metterla in scena.
per approfondire vai a Per un teatro vivente
La scrittura che si fa corpo attraverso l’interpretazione ovviamente non è solo “parola suono” ma corpo che si fa drammaturgia e attraverso il corpo tutti i sensi vengono attivati… Il corpo e la parola delle “personagge in scena” possono veramente dare nuovi spunti di lettura, cambiare in parte prospettive e aprire delle contraddizioni.
Partiremo da alcune figure chiave declinate in vari testi drammaturgici e narrativi, tenendo presente la “rivoluzione” del teatro/danza di Pina Bausch che per molti di noi teatranti è stata la chiave di volta anche nel teatro di parola, al Terzo Teatro o al percorso del Living theatre…
Molto del lavoro teatrale che si fa nell’oggi, soprattutto quello delle giovani donne che lavorano nel teatro contemporaneo, attraversa i corpi alimentandosi di alterità partendo da sentimenti e gesti che animano le personagge; molte usano “il corpo della parola” come cifra rivoluzionaria, ricalcando molto spesso inconsapevolmente le avanguardie storiche e non solo; unendo teatro, arte e consapevolezza politica – anche nella contraddizione.
La costruzione della personaggia si effettuerà attraverso la cifra di ognuna — donne/attrici/teatranti/danzatrici/artiste (anche non socie SIL) che costruiscono le loro personagge per la scena, affrontando assieme il loro modo di declinarle.
Tenteremo un approccio diverso da quello analitico, procedendo per parole/domande, partendo dall’improvvisazione, da piccoli gesti… Suggeriremo alcune personagge del mito, universalmente riconosciute, altre ne verranno… ad ognuna la propria personaggia !
Alcuni riferimenti bibliografici
Inviare proposte di partecipazione e interventi (breve auto-presentazione) alle coordinatrici del laboratorio Barbara Della Polla info@cassiopeateatro.it e Nadia Setti nadia.setti@neuf.fr
Allestimento scenografico a cura di Cassiopea
La storia bene o male la conoscono tutti: è la vicenda di una ragazza costretta dalla matrigna e dalle sorellastre ai lavori più umili. Per il lieto fine della fiaba questa situazione cambierà grazie all'intervento di una fata, che trasformerà dei topi in cocchieri e una zucca in carrozza permettendo a Cenerentola di andare al ballo di corte dove, fuggendo allo scoccare della mezzanotte, perderà la scarpina di cristallo che il principe troverà. Questo è più o meno quello che si conosce, ma in realtà è l'unica versione della storia che si può raccontare o forse è possibile immaginare una fiaba diversa? E come sarebbe andata se invece che Perrault l'avessero scritta Eschilo o Euripide o Pirandello, o addirittura Shakespeare o Goldoni oppure Brecht o Ruzante tanto per citarne alcuni? La nostra eroina avrebbe sempre perso la scarpetta, e il principe sarebbe sempre riuscito a sposarla?
Abbiamo domandato alle partecipanti del corso di formazione “Tecniche di sartoria teatrale” di rielaborare la storia di Cenerentola e di ideare l’abito della festa, per collocarla in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo.
Ispirate dal libro “Dodici Cenerentole in cerca di autore” scritto molti anni fa dal grande Emanuele Luzzati e da Rita Cirio che negli anni 90 ne fecero un meraviglioso spettacolo prodotto dal Teatro della Tosse di Genova, sono stati creati otto abiti per otto diverse Cenerentole. Ognuna con la sua storia, legata ad un tempo vicino o lontano. Queste Cenerentole provengono da paesi e culture diverse, parlano lingue diverse, accomunate dalla “scrittura di filo” seguono il tracciato di movenze lente e precise. Gli abiti raccontano una fiaba per immagini e riscrivendo la storia sul tessuto come tanti libri aperti, ci trasportano in un modo onirico, riscrivono il vissuto di ognuna, rivelando abilità e competenze.
Ancora una volta il Teatro restituisce e “mette in scena” quei saperi che le donne conservano gelosamente da secoli riscoprendo la bellezza del “fare assieme”.
foto
Allestimento scenografico a cura di Cassiopea
realizzato conil supporto e le creazioni delle partecipanti al corso ‘Tecniche di sartoria teatrale’
organizzato dall’IRES FVG
L’operazione ‘Tecniche di sartoria teatrale’ è cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo e selezionata nel quadro del ProgrammaOperativo cofinanziato dal FSE.
Il POR è stato cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo.
E finalmente... terra! Non è forse vero che terra - pianeta - in greco vuol dire anche vagabondo?
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foto Massimo Gardone |
Myein
progetto Barbara Della Polla, Ennio Guerrato, Antonella Varesano
prima traccia
Stanza 1
io parlo al mondo
e credo che ogni creatura di rabbia di sabbia
passione o sconforto
si infervori al solo pensiero
io parlo al mondo
senza comprendere significato
lascio al ritmo respiro
al tuono creato
il segno del fiato
io parlo al mondo
seguendo tracce di fili
lasciati lanciati
su tenera terra
io parlo al mondo
socchiudendo gli occhi
incrostati di fango
cullando pensieri
barcollanti nel buio
io parlo al mondo
sentendo le forze mancare
rattrappirsi la pelle
io parlo al mondo
nella tana raggomitolata
tepore calore sudore odore
io parlo al mondo
di nascite e morti
attraversando silenzi
io parlo al mondo
siamo solo confusi
niente nient’altro niente
una pausa un vuoto
un sospiro
respiro
silenzio
io parlo al mondo
Stanza 2
Mi sono tenuta ad una certa distanza
molto devo ancora imparare
io
ho cercato nei silenzi
errare
parlare e scrivere
Non sono Lei, sono una donna
comune
mortale.
Non parlo per Lei di Lei, ne potrei.
Non ho rinunciato io
non riesco ancora a rinunciare.
Ma so che qualcosa si è rotto
e io sono fatta di fragile vetro
e qualcosa si è scheggiato
qualcosa nella trama del tessuto
ha lasciato intravedere debolezze
il filo spezzato
allora brancolo nel buio
della mia radicale instabilità
tra la forza creativa e la debolezza
come sull’orlo di un precipizio.
Stanza 3
Cosa avrò visto
ne conservo memoria
e insieme vedo
ascolto conosco
Ciò che non vedo
non conosco
e le parole che vedo e ascolto
non sono parole che risuonano
ma fiamma corrusca
nube in movimento in aria pura
il mio sguardo non può percepire forma
ne tiene il contorno.
Non posso fissare lo sguardo nella luce vivida
che acceca gli occhi
tutto è dentro
nel corpo e
nell’anima.
Inseparabili.
Silenziosa.
Sono penna allora
offerta
priva di peso portata dal vento.
Stanza 4
se il vento ora è cessato
se la mano ricopre
e vola priva di peso
se dovessimo cercarci
mi sveglio
se verso l’alto
apro leggermente
se devo rigirarmi sentendo
dolore
se ascolto il respiro
rischio di cullarmi
cerco silenziosamente
il fragore del tempo
mordere incessantemente
la spalla
la testa
se il vento ora è cessato
quiete
invade la stanza
di ombre lucenti
Stanza 5
Mi abbandono delicatamente
alla notte
stremate ricadono le membra
sul letto incrostato
non voglio chiudere gli occhi
voglio essere vigile e sveglia
ma la luce mi invade
sento che sto perdendo peso
abbiamo perso peso
volo
voliamo
Mi abbandono con furore
alla notte
vigili restano le membra
sul letto immacolato
voglio chiudere gli occhi
dormire
ma la luce mi invade
e divento pesante
come terra bagnata
Stanza 6
Cosa sono i fiori
esili steli
o potenti creature
cosa sono i fiori
si piegano al vento
cambiano colore
resistono al fuoco
cercano acqua e nutrimento
con tenere radici
nella cruda terra
cosa sono i fiori
rugiada carnosa
verdeggiante impalpabile seta
cosa sono i fiori
sono piuma allora abbandonata al vento