6.3.11

La domenica della bambina rossa da Diario di scuola (4)

La domenica inizia di sabato e finisce lunedì mattina! Ci si potrà mai credere?
Era sempre così il sabato iniziava la domenica e non è uno scherzo non si dovrebbe mai scherzare su una questione così importante. S A B A T O... già a scriverlo, con gli spazi larghi tra una lettera e l'altra, faceva capire quanto era importante il momento. Per ogni cosa c'è un rito a cui bisogna prepararsi. E il sabato sera per loro iniziava molto ma molto presto soprattutto d'inverno. Abitavano a circa 900 m sul l.m. Mica uno scherzo. E' chiaro che il sole tramontava, e tramonta tutt'ora, molto presto in un posto circondato dalle montagne. Si affacciavano al giorno e oplà in men che non si dica già si faceva buio. Non c'era niente ma proprio niente di pauroso. Mai una volta che guardando oltre provassero, che sò, un brivido lungo la schiena. Anche i monti che con il calar diventavano scuri avevano un aspetto famigliare. Con gli occhi socchiusi, ripensando al breve passaggio tra il giorno e sera, è chiaro che i ricordi passano attraversando le narici. Una mescolanza di odori; sanno di legna, di resina e respiro, fiato sospeso, arance misto al borotalco serale ed hanno, i ricordi, la fragranza calda del pane. Tra questi passaggi ci sono mille variazioni olfattive, intense e persistenti. Ma già stiamo divagando...
Il sabato sera, preambolo della domenica, iniziava con il rumare dell'acqua. Un bagno azzurrino, ne grande ne piccolo in fondo al corridoio. Una grande finestra aperta sul verde. Uno specchio piccolo incorniciato di nero dove anni dopo vide camminare un ragno. Vide, o forse pensò, di vederlo camminare sul suo volto riflesso, come una carezza sospesa. E intanto l'acqua riempiva la vasca e il bagno sapeva di sapone e pulito. Ancora una volta viene assalita dagli odori tenui e vellutati. L'acqua ha odore di fresco mescolato a quella nebbiolina che ora appanna lo specchio dove ha già disegnato un sorriso tra le goccioline.
(continua)