12.2.11

La bambina rossa va in vacanza

(da Valigie - un mare in movimento di Barbara Della Polla)

Tutte le vacanze o le feste comandate la famiglia scendeva in città. Si partiva la mattina all'alba tutti sulla 124 targata TS 93399... mai abbiamo cambiato residenza… insomma la macchina carica più non posso... valigie che sbucavano da tutte le parti... qualche regalo per i parenti più stretti... il frigo portatile con tutto il necessario per il pranzo al sacco... sedie a sdraio e ombrellone d'estate, maglioni e cappotti d'inverno... comunque tutti stipati a più strati: io, mia sorella, mio fratello, l'ultima nata nel portaenfantes, mamma e papà e lo scoiattolo Tippete... Tippete. quello che la nonna prese a scopettate scambiandolo per un topo e io lo ritrovai praticamente morto sotto il letto. TS 93399 e via... verso la città! 5354 il prefisso non lo ricordo, ma sul telefono nero appeso al muro c'erano queste quattro cifre 5354 e noi, io e mia sorella con questa cantilena per tutto il viaggio: 5354... 5354... o la targa... 9...3..3..9..9... 9..3..3..9..9 ...5..3..5..4...5..3..5..4...

A Trieste andavamo a trovare i parenti: i fratelli della mamma, la nonna Baretta, la zia Mietta e sua figlia Nella. Ci riuniamo tutti a Natale. Una grande tavola lunga lunga... siamo in tanti. Si mangia la caponata, i cavatelli, la focaccia con le patate e i lambagioni quelli che porta la zia Memena da Bari dentro la valigia. Una volta la zia Memena ha rotto il vaso, dentro la valigia. Puzzava di aceto e tutti i vestiti si sono impregnati d'olio e lei a tavola é arrivata con quelli della nonna, di vestiti che le stavano tre volte grandi.
La nonna Baretta... che ripete sempre aschifiu finiu... e io non so cosa vuol dire. Mi portava a dormire nel suo grande letto, tanto il nonno non c'è più. Le lenzuola sanno di sapone... lei russa e io non riesco a dormire. Faccio finta per un pò e russo anch'io, seguendo il suo respiro... ma lei continua. Del resto non ho sonno... così torno a giocare. In un cassetto trovo un sacco di cose. Un nastro, rosso bianco e verde... come la bandiera... ma i colori sono molto più sbiaditi, come i ricordi... Sul nastro ci sono dei fiocchi di metallo. Uno per ogni figlio...nove... ce ne sono nove... uno per ogni figlio... nove figli ha avuto la nonna Baretta. Il più grande, Tonino, è morto di polmonite a soli 18 anni. Un'altro figlio, zio Italo, ha sempre vissuto a Palermo con la zia e poi un giorno che era già grande l’hanno riportato a Trieste e allora lui ha attraversato l’Italia a piedi, per tornare nell’isola del Sud. Vestito da donna.
Ma questa storia la dovete chiedere a lui. Perché solo zio Italo riesce a raccontarla. E magari vi racconterà della Legione Straniera, dell’amore e del greco.

Ma questa è veramente un’altra storia o un altro viaggio.

I nonni non ce la facevano a mantenere tanti figli e l'avevano lasciato lì, dalla sorella del nonno, la zia Pina quella che era sempre vestita di nero. Nonno Filippo, Fefè, era di Palermo, faceva il telegrafista e si era trasferito dal sud al nord, senza neppure accorgersene. Un'altro figlio adesso sta a Roma... un altro a Conegliano... una figlia a Milano... due a Trieste... poi ci siamo noi al seguito della mamma maestra.
Tanti, siamo sempre stati in tanti, come tutte le famiglie del sud.
I figli sono la ricchezza diceva la nonna, lei che al mondo ne aveva messi 9.
Ora siamo in 35, trentacinque nipoti ha la nonna, e poco importa se i soldi non bastano.